Lot

310

Francesco Trevisani (1656 - 1746) Autoritratto con cappello istriano, 1713-1715 circa

In LA GIOIA A COLORI. VENETO BANCA ATTO II. CAPOL...

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Rome

Francesco Trevisani (1656 - 1746) <br>Autoritratto con cappello istriano, 1713-1715 circa <br>Olio su tela <br>73 x 58,4 cm <br>Elementi distintivi: al verso sull’asse inferiore del telaio, capovolto, in pennarello nero «L.K 541»; sull’asse superiore della cornice, in pastello nero, «10», sottolineato; sull’asse inferiore, capovolto, in tempera bianca «L3» <br>Provenienza: Collezione Koelliker (gennaio 2003) <br>Bibliografia: C. Manca di Villahermosa, scheda in "I Volti del Potere. Ritratti di uomini illustri a Roma dall'Impero al Neoclassicismo", catalogo della mostra (Ariccia, Palazzo Chigi), a cura di F. Petrucci, Roma 2004, pp. 172-173, cat. 78; F. Petrucci, "Pitture di Ritratto a Roma", Foligno, 2010, p. 906, ill. 1354; S. Marra scheda in "Artisti a Roma. Ritratti di pittori, scultori e architetti dal Rinascimento al Neoclassicismo", catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo), a cura di A. Donati, F. Petrucci, Roma 2008, pp. 94-95 (ill.), cat. 27 <br>Esposizioni: F. Petrucci, a cura di, "I Volti del Potere. Ritratti di uomini illustri a Roma dall'Impero al Neoclassicismo", Palazzo Chigi, Ariccia, 2004; A. Donati, F. Petrucci, a cura di, "Artisti a Roma. Ritratti di pittori, scultori e architetti dal Rinascimento al Neoclassicismo", Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Roma, 2008 <br>Stato di conservazione. Supporto: 85% (rifoderatura su telaio preesistente) <br>Stato di conservazione. Superficie: 85% (interventi di restauro, smagriture della superficie e cadute di colore; vernice protettiva su gran parte della superficie) <br>Nato a Capodistria, poco più che ventenne Trevisani si trasferì a Roma dove iniziò prima a lavorare per il cardinale Flavio Chigi (1631-1693). Dal 1692, per oltre 46 anni, fu legato alla corte “arcadica” del cardinale veneziano Pietro Ottoboni (1667-1740), nipote di papa Alessandro VIII, intorno al quale, particolarmente dal 1698 presso il Palazzo della Cancelleria, si riunì un gruppo di intellettuali e artisti, convinti che il gusto barocco dovesse essere superato in favore di una più rigorosa interpretazione della classicità. Il supporto di Ottoboni – che aveva imposto all’artista una sola condizione per ospitarlo e stipendiarlo: la prima scelta su ogni sua opera, a parte le commesse dirette – valse a Trevisani una posizione chiave nel rinnovato classicismo romano, consentendogli di divenire, dopo la scomparsa di Carlo Maratti (1615-1713), il più eminente pittore vivente e uno dei più prolifici ritrattisti dell’Urbe. Trevisani abbandonò presto «il monumentalismo accademico marattesco […] verso una personale iconografia di sapore profano che fa di lui un importante esempio per il rococò francese, austriaco e italiano» (Manca di Villahermosa 2004, p. 192): una « fama conquistata nell’ambito locale, dipingendo per papi, cardinali e nobili romani, e in ambito internazionale assolvendo commesse provenienti dai sovrani e dalle élite nobiliari degli stati italiani ed esteri, dalla Francia, alla Germania, Spagna, Russia, Portogallo e all’Impero austro-asburgico. D’altra parte, il suo studio era una meta fissa del turismo artistico, affollato di visitatori, soprattutto britannici, desiderosi di acquistare i suoi quadri, e spesso di farsi ritrarre» (K. Wolfe, Francesco Trevisani: Autoritratto. Dipinti inediti del barocco italiano da collezioni private, «Quaderni del Barocco», IX, Ariccia 2010). <br>Ricorda il collezionista e biografo Nicola Pio (1677-1733) che egli era «singolare nel fare ritratti, e particolarmente per ornarli di abiti, e di ricchi abbigliamenti, gl’esprime così al vivo, che non vi è che l’uguagli» (C. Enggass - R. Enggass, a cura di, “Le vite di pittori, scultori et architetti”, edizione originale 1724, Roma, 1977, p. 336): «Insieme agli stranieri, molti furono ovviamente anche gli effigiati d’alto rango legati alla Curia romana, tra i quali si possono ricordare, oltre al già menzionato Ottoboni, papa Benedetto XIII, i cardinali Giulio Alberoni, Niccolò Coscia, Alessandro Falconieri, Giuseppe Renato Imperiali e molti altri. Non tutti gli esemplari si sono conservati, ma di certo quella di ritrattista fu una delle virtù più fruttuose per il pittore e contribuì non poco a diffonderne la fama e a procurargli adeguati riconoscimenti economici» (G. Daniele, “Francesco Trevisani”, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, vol. 96, 2019, s.v.). <br>Delle composizioni più famose di Trevisani, esistono numerose copie, sia autografe, sia di bottega. «A conferma della consuetudine di Trevisani di copiare personalmente, o fare copiare da assistenti le sue opere più importanti, abbiamo l’illuminante lettera di un agente del vescovo-principe Lothar Franz von Schönborn (1655-1729), che nel 1717 comunicava al suo padrone il sospetto, che il pittore ritardasse la consegna di un suo quadro per dar tempo all’assistente Girolamo Pesce (1679-1759) di ultimarne la copia». Circa «i quadri devozionali da gabinetto, come le Madonne e le Maddalene, a giudicare dagli innumerevoli esemplari finora noti sparsi per il mondo, è da credere che Trevisani organizzasse una vera e propria produzione in serie, indipendente dalla committenza: cosa estremamente rivelatrice del suo modus operandi. Se lo stesso Trevisani in una lettera individuava la genesi delle sue opere nella composizione “ideata e disegnata”, dagli inventari e dalle notizie biografiche, possiamo desumere che, una volta passato dalle “macchiette”, ai bozzetti, alla definizione del prototipo, egli procedesse personalmente, o con aiuti, alla realizzazione delle copie di studio. Copie che in ogni caso ricevevano sempre la sua ultima mano, a scala ridotta per quanto riguarda le grandi pale d’altare o i grandi cicli, alla stessa scala per quanto riguarda i quadri da gabinetto. Da queste copie “originali”, gli assistenti traevano repliche da vendere, che il maestro, come racconta Pascoli riferendosi alla copia di una sua Maddalena, “reimpastava” applicandovi l’ultima mano e apportandovi più o meno leggere variazioni che talvolta potevano dare vita ad altri prototipi» (Wolfe 2010, p. 8). <br>Un capitolo speciale, nell’opera di Trevisani, è costituito dagli autoritratti: egli «si ritrasse più volte, in anni giovanili e della piena maturità, eleggendo sempre un’immagine di sé stesso intento al lavoro. Le evidenti disparità iconografiche, per età, abbigliamento, ambientazione e stile, si inseriscono all’interno di un impianto comune tra gli autoritratti, mostrando una predilezione immutata per alcuni dettagli: l’artista si presenta sempre con il corpo orientato a destra, la testa ruotata e lo sguardo fisso al riguardante, la mano destra sollevata in atto di mimare l’azione» (Marra 2008, p. 94). <br>Il dipinto in esame, reso noto da Caterina Manca di Villahermosa nel 2004 (pp. 172-173) e già in collezione Koelliker, afferisce ad una tipologia che vede l’artista indossare un cappello istriano foderato di pelliccia, che, secondo Karin Wolfe ha il suo prototipo nel piccolo "Autoritratto in atto di dipingere la propria moglie" oggi conservato a Tolosa presso il Musée des Augustins-Musée des Beaux Arts (inv. RO 425) (comunicazione del 10.09.2023). Si possono distinguere numerose redazioni ad olio su tela. Le più celebri si conservano a Firenze nella Galleria degli Uffizi (inv. A598: inviata in dono al principe Ferdinando de’ Medici dal cantante Cecchino de Castris il 23 aprile 1710) e presso la Collezione Schönborn nel castello tedesco di Weißenstein a Pommersfelden (inv. 583: opera consegnata dallo stesso Trevisani a uno dei suoi maggiori estimatori, Lothar Franz von Schönborn, nel 1717). Ben noti agli studi sono la redazione Koelliker, un dipinto in collezione privata romana ed altri apparsi sul mercato antiquario, tra cui una tela, datata 1746 (già in asta da Christie’s l’8 luglio 1927 e poi il 24 maggio 1957, acquistata dalla Brod Gallery di Londra), 

Francesco Trevisani (1656 - 1746) <br>Autoritratto con cappello istriano, 1713-1715 circa <br>Olio su tela <br>73 x 58,4 cm <br>Elementi distintivi: al verso sull’asse inferiore del telaio, capovolto, in pennarello nero «L.K 541»; sull’asse superiore della cornice, in pastello nero, «10», sottolineato; sull’asse inferiore, capovolto, in tempera bianca «L3» <br>Provenienza: Collezione Koelliker (gennaio 2003) <br>Bibliografia: C. Manca di Villahermosa, scheda in "I Volti del Potere. Ritratti di uomini illustri a Roma dall'Impero al Neoclassicismo", catalogo della mostra (Ariccia, Palazzo Chigi), a cura di F. Petrucci, Roma 2004, pp. 172-173, cat. 78; F. Petrucci, "Pitture di Ritratto a Roma", Foligno, 2010, p. 906, ill. 1354; S. Marra scheda in "Artisti a Roma. Ritratti di pittori, scultori e architetti dal Rinascimento al Neoclassicismo", catalogo della mostra (Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo), a cura di A. Donati, F. Petrucci, Roma 2008, pp. 94-95 (ill.), cat. 27 <br>Esposizioni: F. Petrucci, a cura di, "I Volti del Potere. Ritratti di uomini illustri a Roma dall'Impero al Neoclassicismo", Palazzo Chigi, Ariccia, 2004; A. Donati, F. Petrucci, a cura di, "Artisti a Roma. Ritratti di pittori, scultori e architetti dal Rinascimento al Neoclassicismo", Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Roma, 2008 <br>Stato di conservazione. Supporto: 85% (rifoderatura su telaio preesistente) <br>Stato di conservazione. Superficie: 85% (interventi di restauro, smagriture della superficie e cadute di colore; vernice protettiva su gran parte della superficie) <br>Nato a Capodistria, poco più che ventenne Trevisani si trasferì a Roma dove iniziò prima a lavorare per il cardinale Flavio Chigi (1631-1693). Dal 1692, per oltre 46 anni, fu legato alla corte “arcadica” del cardinale veneziano Pietro Ottoboni (1667-1740), nipote di papa Alessandro VIII, intorno al quale, particolarmente dal 1698 presso il Palazzo della Cancelleria, si riunì un gruppo di intellettuali e artisti, convinti che il gusto barocco dovesse essere superato in favore di una più rigorosa interpretazione della classicità. Il supporto di Ottoboni – che aveva imposto all’artista una sola condizione per ospitarlo e stipendiarlo: la prima scelta su ogni sua opera, a parte le commesse dirette – valse a Trevisani una posizione chiave nel rinnovato classicismo romano, consentendogli di divenire, dopo la scomparsa di Carlo Maratti (1615-1713), il più eminente pittore vivente e uno dei più prolifici ritrattisti dell’Urbe. Trevisani abbandonò presto «il monumentalismo accademico marattesco […] verso una personale iconografia di sapore profano che fa di lui un importante esempio per il rococò francese, austriaco e italiano» (Manca di Villahermosa 2004, p. 192): una « fama conquistata nell’ambito locale, dipingendo per papi, cardinali e nobili romani, e in ambito internazionale assolvendo commesse provenienti dai sovrani e dalle élite nobiliari degli stati italiani ed esteri, dalla Francia, alla Germania, Spagna, Russia, Portogallo e all’Impero austro-asburgico. D’altra parte, il suo studio era una meta fissa del turismo artistico, affollato di visitatori, soprattutto britannici, desiderosi di acquistare i suoi quadri, e spesso di farsi ritrarre» (K. Wolfe, Francesco Trevisani: Autoritratto. Dipinti inediti del barocco italiano da collezioni private, «Quaderni del Barocco», IX, Ariccia 2010). <br>Ricorda il collezionista e biografo Nicola Pio (1677-1733) che egli era «singolare nel fare ritratti, e particolarmente per ornarli di abiti, e di ricchi abbigliamenti, gl’esprime così al vivo, che non vi è che l’uguagli» (C. Enggass - R. Enggass, a cura di, “Le vite di pittori, scultori et architetti”, edizione originale 1724, Roma, 1977, p. 336): «Insieme agli stranieri, molti furono ovviamente anche gli effigiati d’alto rango legati alla Curia romana, tra i quali si possono ricordare, oltre al già menzionato Ottoboni, papa Benedetto XIII, i cardinali Giulio Alberoni, Niccolò Coscia, Alessandro Falconieri, Giuseppe Renato Imperiali e molti altri. Non tutti gli esemplari si sono conservati, ma di certo quella di ritrattista fu una delle virtù più fruttuose per il pittore e contribuì non poco a diffonderne la fama e a procurargli adeguati riconoscimenti economici» (G. Daniele, “Francesco Trevisani”, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, vol. 96, 2019, s.v.). <br>Delle composizioni più famose di Trevisani, esistono numerose copie, sia autografe, sia di bottega. «A conferma della consuetudine di Trevisani di copiare personalmente, o fare copiare da assistenti le sue opere più importanti, abbiamo l’illuminante lettera di un agente del vescovo-principe Lothar Franz von Schönborn (1655-1729), che nel 1717 comunicava al suo padrone il sospetto, che il pittore ritardasse la consegna di un suo quadro per dar tempo all’assistente Girolamo Pesce (1679-1759) di ultimarne la copia». Circa «i quadri devozionali da gabinetto, come le Madonne e le Maddalene, a giudicare dagli innumerevoli esemplari finora noti sparsi per il mondo, è da credere che Trevisani organizzasse una vera e propria produzione in serie, indipendente dalla committenza: cosa estremamente rivelatrice del suo modus operandi. Se lo stesso Trevisani in una lettera individuava la genesi delle sue opere nella composizione “ideata e disegnata”, dagli inventari e dalle notizie biografiche, possiamo desumere che, una volta passato dalle “macchiette”, ai bozzetti, alla definizione del prototipo, egli procedesse personalmente, o con aiuti, alla realizzazione delle copie di studio. Copie che in ogni caso ricevevano sempre la sua ultima mano, a scala ridotta per quanto riguarda le grandi pale d’altare o i grandi cicli, alla stessa scala per quanto riguarda i quadri da gabinetto. Da queste copie “originali”, gli assistenti traevano repliche da vendere, che il maestro, come racconta Pascoli riferendosi alla copia di una sua Maddalena, “reimpastava” applicandovi l’ultima mano e apportandovi più o meno leggere variazioni che talvolta potevano dare vita ad altri prototipi» (Wolfe 2010, p. 8). <br>Un capitolo speciale, nell’opera di Trevisani, è costituito dagli autoritratti: egli «si ritrasse più volte, in anni giovanili e della piena maturità, eleggendo sempre un’immagine di sé stesso intento al lavoro. Le evidenti disparità iconografiche, per età, abbigliamento, ambientazione e stile, si inseriscono all’interno di un impianto comune tra gli autoritratti, mostrando una predilezione immutata per alcuni dettagli: l’artista si presenta sempre con il corpo orientato a destra, la testa ruotata e lo sguardo fisso al riguardante, la mano destra sollevata in atto di mimare l’azione» (Marra 2008, p. 94). <br>Il dipinto in esame, reso noto da Caterina Manca di Villahermosa nel 2004 (pp. 172-173) e già in collezione Koelliker, afferisce ad una tipologia che vede l’artista indossare un cappello istriano foderato di pelliccia, che, secondo Karin Wolfe ha il suo prototipo nel piccolo "Autoritratto in atto di dipingere la propria moglie" oggi conservato a Tolosa presso il Musée des Augustins-Musée des Beaux Arts (inv. RO 425) (comunicazione del 10.09.2023). Si possono distinguere numerose redazioni ad olio su tela. Le più celebri si conservano a Firenze nella Galleria degli Uffizi (inv. A598: inviata in dono al principe Ferdinando de’ Medici dal cantante Cecchino de Castris il 23 aprile 1710) e presso la Collezione Schönborn nel castello tedesco di Weißenstein a Pommersfelden (inv. 583: opera consegnata dallo stesso Trevisani a uno dei suoi maggiori estimatori, Lothar Franz von Schönborn, nel 1717). Ben noti agli studi sono la redazione Koelliker, un dipinto in collezione privata romana ed altri apparsi sul mercato antiquario, tra cui una tela, datata 1746 (già in asta da Christie’s l’8 luglio 1927 e poi il 24 maggio 1957, acquistata dalla Brod Gallery di Londra), 

LA GIOIA A COLORI. VENETO BANCA ATTO II. CAPOLAVORI

Sale Date(s)
Venue Address
Via Filippo Civinini, 21-37
Rome
00197
Italy

I lotti vanno ritirati presso la sede di esposizione (Roma o Vicenza). L’accesso è su appuntamento da prendere alla email matteo.smolizza@bonino.us.

La casa d'aste non fa spedizioni, ma è lieta di indicare spedizionieri professionali.

Important Information

Le commissioni sono pari per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 0 fino a € 50.000, 26,64% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 50.000 fino a € 1.600.000, 23,37% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione oltre € 1.600.000, 16,80% + IVA

I pagamenti sono solo a mezzo bonifico bancario.

Le opere sono in esposizione presso la sede di Bonino a Vicenza (Via Vecchia Ferriera 7) e presso la sede di Bonino a Roma (Via Filippo Civinini 21-37). L’accesso è su appuntamento da prendere alla email matteo.smolizza@bonino.us.

Terms & Conditions

CLAUDIA BONINO

CASA DI VENDITE

 “MERAVIGLIE. ATTO II”

PROCEDURA DI VENDITA ALL’ASTA

(varie proprietà, tra cui Veneto Banca SpA

in liquidazione coatta amministrativa

D.M. n. 186 del 25/06/2017)

 

REGOLE DELLA VENDITA

 

***

 

Premesse

 

  1. La vendita si compone di 378 lotti (d’ora in poi, i “Lotti”), parte di proprietà di Veneto Banca SpA (d’ora in poi “Veneto Banca”, istituto di credito in liquidazione coatta amministrativa, con sede in Via Feltrina Sud 250, 31044, Montebelluna, Italia), parte di proprietà diverse.
  2. Ai fini del miglior realizzo, la vendita avviene in più tornate d’asta, lotto per lotto, secondo gli standard del settore merceologico di riferimento, nel rispetto dei criteri di trasparenza, pubblicità e competitività e attraverso strumenti atti a promuovere una capillare visibilità nel mercato dell’arte e nel collezionismo internazionale.
  3. La gestione della vendita è affidata, quale commissionario, a Claudia Bonino, Casa di Vendite esercente l’attività di agenzia di pubblici incanti per conto terzi giusta licenza rilasciata dal Ministero dell’Interno – Questura di Roma (d’ora in poi “Casa di Vendite”).

 

Pubblicazione della documentazione

 

I Lotti

I Lotti sono presentati in apposito catalogo d’asta, parte integrante e sostanziale del presente documento. Il catalogo, distinto in due sezioni, riporta l’indice dei lotti nonché la stima e la descrizione di ogni lotto, evidenziando altresì, ogni qual volta pertinente, la provenienza da Veneto Banca SpA in LCA. Il catalogo è disponibile gratuitamente in definizione standard web ai siti www.bonino.us e www.goforarts.com. Può essere ordinato in formato cartaceo.

 

Gli Aggiornamenti

Ai siti www.bonino.us e www.goforarts.com, nell’area dedicata all’asta, è presente una apposita sezione Aggiornamenti - parte integrante e sostanziale delle presenti Regole della Vendita - in cui saranno indicati, esemplificando:

-         le piattaforme internazionali per il collezionismo selezionate per dare maggiore visibilità alla vendita, con particolare riguardo ai Lotti provenienti da Veneto Banca Spa in LCA;

-         aggiornamenti rilevanti sui Lotti;

-         qualsiasi Integrazione, modifica o aggiornamento delle presenti Regole della vendita.

 

Le offerte

Ogni offerta valida è immediatamente resa visibile sui siti www.bonino.us e www.goforarts.com, con la pubblicazione dell’importo nel catalogo digitale e nella scheda del relativo lotto.

 

Procedura di Vendita

 

Come ci si registra per l’asta

  1. Può proporre offerta qualunque persona maggiorenne, debitamente registrata presso la Casa di Vendite (d’ora in poi “Offerente”).
  2. Per registrarsi, l’Offerente dovrà compilare la modulistica relativa ai dati anagrafici ed alla privacy, nonché – se intende offrire per oltre € 10.000 nel corso dell’anno – la modulistica antiriciclaggio. Dovrà inoltre comunicare alla Casa di Vendite:

a)    se cittadino italiano privato, copia di un valido documento di identificazione (Passaporto / Carta di Identità) e del codice fiscale;

b)       se professionista/azienda italiani, visura camerale aggiornata, codice identificativo per la fatturazione elettronica e copia di un valido documento di identificazione (Passaporto / Carta di Identità) del professionista / dell’amministratore dell’azienda;

c)    se cittadino straniero privato, copia di un valido documento di identificazione (Passaporto / ID), rilasciato da autorità straniera riconosciuta dalle Autorità italiane;

b) se professionista/azienda stranieri, copia del certificato di registrazione del professionista / dell’azienda presso archivio pubblico competente e copia fotostatica di un valido documento di identificazione (Passaporto / Carta di Identità) del professionista / dell’amministratore dell’azienda, rilasciati da autorità straniera riconosciuta dalle Autorità italiane.

3.  La Casa di Vendite è libera di richiedere all’Offerente idonea credenziale bancaria, ivi compresa specifica lettera di referenza da parte di primario istituto di credito italiano ovvero straniero con rappresentanza legale in Italia.

4. La Casa di Vendite non darà seguito ad alcuna Offerta proveniente da persona che non abbia fornito la documentazione richiesta.

5. Non sono ammesse, in nessun caso, Offerte con riserva di nomina del contraente.

6. L’Offerente deve registrarsi entro le ore 12.00 del giorno lavorativo precedente la seduta di aggiudicazione.

 

Come si offre

  1. La proposizione dell’Offerta implica la accettazione integrale delle presenti Regole e dei documenti che le integrano (in particolare, i cataloghi e le informazioni denominate “Aggiornamenti”, consultabili sui siti www.bonino.us e www.goforarts.com).
  2. L'Offerta costituisce, in caso di aggiudicazione, impegno inderogabile all'acquisto del Lotto e al saldo dell'importo corrispondente - da effettuarsi esclusivamente alla Casa di Vendite - entro 35 giorni naturali dalla seduta di aggiudicazione, tramite bonifico bancario.
  3. Tutte le fasi di vendita si tengono con mezzi telematici. I partecipanti alla seduta di aggiudicazione possono richiedere il supporto telefonico.
  4. La proposizione dell’Offerta avviene:

- prima della seduta d’asta, tramite apposito link pubblicato nei siti www.bonino.us e www.goforarts.com (d’ora in poi, “Link Offri”), i cui contenuti sono tracciati univocamente e convogliati nel registro informatico delle offerte;

- durante la seduta d’asta, i) tramite il Link Offri, ovvero ii) tramite i link delle piattaforme di appoggio selezionate dalla Casa di Vendite ovvero iii) tramite offerta telefonica registrata dal personale della casa d’aste. Le offerte effettuate nelle predette modalità ii) e iii) vengono tracciate univocamente e convogliate dal personale della Casa di Vendite nel registro informatico delle offerte in nome e per conto dell’Offerente.

  1. L’Offerente è unico responsabile del compiuto recapito dell’Offerta.

 

I limiti di garanzia

  1. I beni costituenti i Lotti vengono venduti come visti e piaciuti, nello stato di fatto (incluso lo stato manutentivo e conservativo) e di diritto esistente.
  2. La vendita è eseguita a corpo e non a misura. Eventuali differenze di misura non potranno dar luogo ad alcun risarcimento, indennità o riduzione del prezzo.
  3. La vendita non è soggetta alle norme concernenti la garanzia per vizi o mancanza di qualità, né potrà essere revocata per alcun motivo. Conseguentemente, l’esistenza di eventuali vizi, mancanza di qualità o elementi o difformità - ivi compresi, ad esempio, la non corretta o falsa attribuzione all’autore o al periodo, la non autenticità o la contraffazione delle opere d’arte e di antiquariato - per qualsiasi motivo non considerati anche se occulti e comunque non evidenziati nella documentazione messa a disposizione - non potrà dare luogo ad alcun risarcimento, indennità o riduzione del prezzo.
  4. È data garanzia esclusivamente in ordine all'esistenza dei Lotti, quali riprodotti nei predetti cataloghi, esclusa peraltro ogni garanzia circa la completezza e i relativi valori. Si sottolinea, infatti, che i lotti sono in parte conservati in locali non vigilati dalla casa d’asta e possono aver subito manomissioni rispetto a come appaiono riprodotti in catalogo.
  5. L’Offerente è tenuto a provvedere ad autonoma valutazione dei Lotti di interesse, anche previa verifica dal vero e facendosi supportare da propri esperti.
  6. I Lotti sono conservati presso la sede di Vicenza della Casa di Vendite, sita in Via Vecchia Ferriera 70, Vicenza e possono essere visionati in orario lavorativo, previo appuntamento da prendersi con preavviso di almeno tre giorni al numero +39 346 1299980 e alla email matteo.smolizza@bonino.us.

 

L’Asta

  1. La pubblicazione del presente regolamento sui siti www.bonino.us e www.goforarts.com  apre la procedura di vendita: da questo momento è possibile offrire.
  2. La prima offerta deve essere almeno pari alla base d’asta. In questa fase la base d’asta è pari al 200% della stima minima.
  3. L’incremento minimo è pari al 5% dell'Offerta al momento vincente.
  4. La seduta di aggiudicazione dei lotti componenti la prima sezione del catalogo si tiene il 30 gennaio 2024, a partire dalle ore 18; il giorno successivo, con apertura in pari orario, si tiene la seduta di aggiudicazione della seconda sezione del catalogo. Le operazioni di aggiudicazione si svolgono presso la sede della Casa di Vendite sita in Roma, Via Filippo Civinini 21-37, ove è collocato il CED: il battitore propone i Lotti nella sequenza di catalogo, ognuno a partire dalla base d’asta, ovvero dalla più alta Offerta ricevuta. In assenza di Offerte il Lotto è dichiarato invenduto; in presenza di una sola Offerta il Lotto è aggiudicato alla stessa; in presenza di rilanci, da eseguirsi in immediata successione, il Battitore aggiudica il Lotto all’Offerta più alta.  Problemi tecnici nell’offrire debbono essere immediatamente comunicati telefonando al numero +39 06 8075228: il Battitore potrà, a suo insindacabile giudizio, riaprire l'aggiudicazione.
  5. Potrà essere tenuta una parallela seduta d’asta presso la sede della partner Bonino Atlantic ltd (Avon House, Kensington Village, London W14 8TS, United Kingdom).
  6. Nel caso in cui la Casa di Vendite dichiari decaduta una Offerta già dichiarata vincente, il Lotto viene in automatico attribuito all’Offerta immediatamente successiva, con comunicazione al Cliente acquirente entro 60 giorni dalla seduta di aggiudicazione.
  7. I lotti invenduti potranno essere proposti in successive sedute d’asta, da tenersi orientativamente con cadenza quindicinale, a stima ribassata progressivamente al 150%, al 100%, al 75% al 50% al 33% della stima minima. La seduta finale d’asta potrà presentare i residui lotti con base d’asta ad offerta libera. Di ogni seduta successiva alla prima sarà indicata la data nel documento “Aggiornamenti”.
  8. Per quanto concerne il patrimonio di Veneto Banca, la vendita si conforma alla Legge Fallimentare italiana. In tal caso, la aggiudicazione diviene effettiva 20 giorni dopo la seduta di aggiudicazione: questo lasso di tempo serve per la verifica di quanto previsto agli articoli 107, comma 4 e 108, comma 1, della Legge Fallimentare. In particolare, ai sensi dell’art. 107, comma 4, la Casa di Vendite, per mandato  dei Commissari liquidatori di Veneto Banca, può, a suo insindacabile giudizio, riaprire la gara, qualora riceva una Offerta migliorativa, maggiore almeno del 10% rispetto all’offerta già dichiarata vincente nella seduta di aggiudicazione. In tal caso sarà cura della Casa di Vendite invitare con email certificata tutti coloro che in corso d’asta hanno offerto sul Lotto posto nuovamente a gara, indicando giorno e ora in cui sarà definitivamente aggiudicato. In questa fase, l’incremento minimo è pari al 10% dell'Offerta al momento vincente. Ai sensi dell’art. 108, comma 1, la vendita del Lotto potrebbe comunque essere sospesa d’autorità.

 

Pagamenti,Commissioni,ritiro delle opere e conseguenze dell’inadempienza.

  1. L’acquirente è obbligato al saldo della somma dovuta, pari al prezzo di aggiudicazione più la commissione di intermediazione a carico dell’Acquirente.
  2. Conformemente al tariffario in vigore presso la Casa di Vendite, depositato in copia conforme presso la Questura di Roma alla vendita sono applicate, a carico dell’acquirente, le seguenti commissioni, computate sul prezzo di aggiudicazione di ogni singolo lotto: per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 0 fino a € 50.000, 26,64% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 50.000 fino a € 1.600.000, 23,37% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione oltre € 1.600.000, 16,80% + IVA. Tali commissioni potranno essere incrementate in ragione della copertura dei costi straordinari relativi alla predisposizione e tenuta dell’asta (“extracosto”), con comunicazione nel documento “Aggiornamenti” e con effetto per le sole Offerte pervenute successivamente a tale comunicazione.
    1. Il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico bancario.
    2. Gli effetti contrattuali, incluso il passaggio di proprietà, si produrranno solo al buon esito del pagamento.
    3. Il mancato pagamento di un Lotto entro il 35° giorno naturale dalla seduta di aggiudicazione comporterà l’annullamento della stessa, fatto salvo l’obbligo per la parte inadempiente di far fronte al danno cagionato al venditore e alla Casa di Vendite, quantificato al minimo nel 20% dell’importo dovuto.

 

Il ritiro dei Lotti e le conseguenze del tardivo, o mancato, ritiro

  1. Il Lotto potrà essere ritirato, ad avvenuto saldo, presso la sede di esposizione o di conservazione, secondo le istruzioni    della Casa di Vendite.
  2. I lotti non ritirati entro 60 giorni dalla seduta di aggiudicazione saranno trasferiti in deposito presso adeguata struttura di stoccaggio a lungo termine, con oneri di trasporto e stoccaggio a carico del proprietario (d’ora in poi il “Proprietario”). Qualora il costo di trasporto e stoccaggio raggiunga la metà del prezzo di aggiudicazione, la Casa d’aste lo comunicherà via email al Proprietario. Se il Proprietario non provvederà al saldo dei predetti costi e al ritiro del Lotto entro 7 giorni, la Casa di Vendite sarà libera di rimettere in asta il Lotto ad offerta libera, pubblicandolo sul sito www.goforarts.com per 7 giorni: il Lotto sarà aggiudicato alla migliore offerta pervenuta ed il prezzo di aggiudicazione sarà  trattenuto dalla Casa di Vendite nella misura corrispondente ai predetti costi; l’eventuale residuo economico sarà messo a disposizione del Proprietario; in caso di incasso inferiore ai citati costi o di assenza di offerte per il Lotto la proprietà del lotto sarà trasferita alla Casa di Vendite, a saldo di quanto dovuto dal Proprietario.

 

Le comunicazioni alla Casa di Vendite

 

È possibile contattare la Casa di Vendite ai seguenti recapiti:

 

Dott.ssa Adela Mara

Referente per la clientela italiana

M +39 349 3881633

Email: adela.mara@bonino.us

 

Dott. Matteo Smolizza

Referente per gli altri paesi

T. +39.06.8075228

M. +39.346.1299980

M. +44 7931 605834

Email: matteo.smolizza@bonino.us

 

 

Indirizzo postale:

Claudia Bonino. Casa di Vendite

Sede di Roma

Via Filippo Civinini 21-37

00197 Roma

www.bonino.us

 

Informativa ex GDPR – Regolamento Generale sulla Protezione Dati, Decreto legislativo. 101/2018

 

1. Il trattamento dei dati inviati dagli Offerenti si svolgerà in conformità alle disposizioni del GDPR – Regolamento Generale sulla Protezione Dati, Decreto Legislativo 101/2018. Ai sensi del medesimo decreto, il trattamento dei dati personali sarà improntato a liceità e correttezza nella piena tutela dei diritti degli Offerenti e della loro riservatezza; il trattamento dei dati ha la finalità di consentire l’identificazione dei soggetti interessati a partecipare alla procedura di vendita, nonché il corretto svolgimento della medesima. I dati potranno essere trattati e conservati nell’Unione Europea e nel Regno Unito, incluse le rispettive colonie, nel rispetto delle normative vigenti.

2. Il consenso al trattamento, al trasferimento e alla conservazione dei dati nell’Unione Europea e nel Regno Unito, incluse le relative colonie, è dato con la accettazione del presente regolamento.

3. Il Titolare e il Responsabile del trattamento dei dati personali è indicato nel Dott. Matteo Smolizza, presso Claudia Bonino Casa di Vendite, con sede in Roma, Via Filippo Civinini 21-37 nei cui confronti il soggetto interessato potrà far valere i diritti di cui ai capi I e II del GDPR – Regolamento Generale sulla Protezione Dati, Decreto legislativo 101/2018.

 

Clausole finali

  1. Il presente documento non costituisce sollecitazione del pubblico risparmio.
  2. Esso non comporta per Veneto Banca e per i suoi Organi, nonché per gli altri proprietari, alcun obbligo nei confronti di eventuali offerenti sino al momento della comunicazione della aggiudicazione definitiva e per questi ultimi alcun diritto a qualsivoglia rimborso, indennizzo o prestazione. Altresì non comporta alcun obbligo   nei   confronti   degli   Aggiudicatari   sino   all’avvenuto   saldo    degli importi dovuti e per gli inadempienti alcun diritto a qualsivoglia rimborso, indennizzo o prestazione.
  3. La Casa di Vendite informerà degli esiti della procedura d’asta e delle eventuali aggiudicazioni Veneto Banca.
  4. La Casa di Vendite conserverà tutte le offerte pervenute, vincenti e non, per due anni dalla aggiudicazione.
  5. Durante qualsiasi fase della vendita, la Casa di Vendite è libera: i) di accorpare o scindere i Lotti sui quali non sia stata ancora pervenuta alcuna Offerta, nonché di variarne la valutazione ovvero la descrizione pubblicando sul sito, in apposito link, tali variazioni; ii) di variare qualsiasi delle date nel presente documento per esigenze organizzative e/o di obiettivo.
  6. La vendita si tiene in Italia, a Roma. I partecipanti all’asta riconoscono espressamente che la vendita è soggetta esclusivamente alla legge italiana e che, in caso di controversie, è competente esclusivamente il foro di Roma.
  7. Qualora una o più clausole del presente Disciplinare siano dichiarate o da considerarsi invalide e/o inefficaci, le altre clausole rimarranno valide ed efficaci e la clausola invalida o inefficace sarà sostituita, ove possibile, dalla corrispondente disposizione di legge.

 

AGGIORNAMENTI

 

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22.01.2024. Apertura della procedura di vendita.

 

29.01.2024. Si evidenzia che il lotto 280 - Antonio Vivarini (1418 – 1484) , o Bartolomeo Vivarini (1432 circa-1499) o bottega Vivarini, Madonna con Bambino, 1460-1470 ca.- è opera tutela come di rilevante interesse culturale, con provvedimento in fase di definizione, ai sensi della normativa vigente.

 

29.01.2024. Il lotto 98 - Eliano Fantuzzi (1909 – 1987), Marina di notte – è stato ritirato dall’asta per verifiche sull’autenticità.

 

01.02.2024. Il lotto 372 - Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1518-1594), seguace di, Testa di vecchio – è olio su carta applicata su tela.

 

12.02.2024. Si precisa che i lotti di proprietà di Veneto Banca SpA in LCA inclusi in questa asta sono 285 (su un totale di 378), e precisamente i seguenti: 1, 2, 3, 4, 6, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 16, 17, 18, 19, 21, 22, 23, 25, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 50, 52, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 62, 63, 64, 65, 66, 68, 69, 70, 71, 72, 74, 75, 76, 77, 78, 80, 81, 82, 83, 84, 86, 87, 88, 90, 92, 93, 94, 95, 96, 99, 100, 101, 102, 103, 105, 106, 107, 108, 109, 110, 111, 112, 113, 114, 115, 116, 117, 118, 119, 120, 122, 123, 124, 125, 126, 127, 128, 129, 130, 131, 132, 133, 134, 135, 136, 137, 138, 139, 140, 141, 142, 143, 144, 145, 146, 147, 148, 149, 150, 151, 152, 153, 154, 155, 156, 157, 158, 159, 160, 161, 162, 163, 164, 165, 166, 167, 168, 169, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 176, 177, 178, 179, 180, 181, 182, 183, 184, 185, 186, 187, 188, 189, 190, 191, 192, 193, 194, 195, 196, 197, 198, 199, 200, 201, 202, 203, 204, 205, 206, 207, 208, 209, 210, 211, 212, 213, 214, 215, 216, 217, 218, 219, 220, 221, 222, 223, 224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232, 233, 234, 235, 236, 237, 238, 239, 240, 241, 242, 243, 244, 245, 246, 247, 248, 249, 250, 251, 252, 253, 254, 255, 256, 257, 258, 259, 260, 261, 262, 263, 264, 265, 266, 267, 268, 269, 270, 271, 272, 273, 274, 275, 276, 277, 278, 279, 281, 287, 301, 302, 305, 311, 312, 318, 320, 326, 329, 331, 335, 336, 342, 347, 348, 350, 356, 358, 364, 365, 366, 368, 370, 373, 375.

La appartenenza a Veneto Banca SpA in LCA è peraltro precisata in calce alla scheda di ogni singolo lotto.

 

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